La storia della Piadina Romagnola o Piada Romagnola ha origini antichissime e racconta la tradizione della gente della Romagna. Si tratta di un cibo semplice che, nel corso dei secoli, ha identificato e unificato la terra di Romagna sotto un unico emblema passando da simbolo della vita rustica e campagnola a prodotto di largo consumo. Il termine piada è stato ufficializzato per merito di Giovanni Pascoli il quale italianizzò la parola romagnola piè in questo termine. In un suo famoso poemetto il poeta tesse un elogio della piadina, alimento antico quasi quanto l’uomo, e la definisce il pane nazionale dei Romagnoli creando un binomio indissolubile tra Piadina e Romagna.
Nel corso degli anni la Piadina sposa anche la sfida industriale. I piccoli laboratori, forti del successo di questo prodotto unico, cominciano a produrre per un mercato più ampio e su scala nazionale e internazionale, rifornendo coi propri prodotti grandi e piccoli esercizi.
Per conservare la tradizionalità della Piadina una serie di componenti fra istituzioni e aziende situate rigorosamente nelle zone vocate, fra le provincie di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna fino al fiume Sillaro, si uniscono nel Consorzio di Tutela e Promozione che, dopo anni di battaglie, riuscirà il 24 ottobre 2014 a rendere il simbolo della Romagna un prodotto a indicazione geografica protetta dall’Unione Europea.
La “Piadina Romagnola” o “Piada Romagnola” è un prodotto a base di farina di grano tenero con aggiunta di acqua, grassi, sale, e alcuni ingredienti opzionali. La Piadina si presenta in 2 tipologie: la “classica”, compatta, friabile e spessa; la “Riminese”, morbida, sottile e di diametro maggiore. È vietata l’aggiunta di conservanti, aromi e/o altri additivi.